Autore: Giorgio Selis

  • Francia 2024 – 3

    Francia 2024 – 3

    Tappa 3: Lyon – Saintes-Maries-de-la-Mer 503 km (10 ore di viaggio)

    Potremmo intitolarle “dalle Alpi al mare”

    La tappa era già di per sé la più lunga in programma, ma solo ieri sera mi sono reso conto che non saremmo passati molto lontani dal Vercors.

    Per ogni moto turista, il Parco Naturale Regionale del Vercors rappresenta prima o poi una tappa obbligata.

    130 km di paesaggi mozzafiato (i francesi chiamano pomposamente la zona “le Dolomiti di Francia”: sciacquarsi la bocca prima di fare certi paragoni…); migliaia di curve su fondo pressoché perfetto.

    In questo viaggio prevedo già due percorsi suggeriti ai motociclisti: vuoi non aggiungerne un terzo?

    E così stamattina, dopo la consueta colazione abbondante, comunico alla consorte una deviazione a sorpresa di cui non si pentirà.

    Le fotografie (peraltro tutte scattate da Laura – io troppo impegnato nella guida) non rendono comunque giustizia all’imponenza della natura e alla varietà di paesaggi che ci hanno riempito gli occhi e il cuore.

    Torniamo poi sul tragitto programmato riuscendo comunque a passare da Orange, con il teatro e l’arco di Trionfo di epoca romana.

    Per ultimo, una deviazione al Pont di Gard.

    Permettetemi un inciso: sarà anche l’acquedotto romano meglio conservato d’Europa, ma parcheggiare in un posteggio incustodito ad un chilometro dal ponte con la moto spendendo 9 euro indipendentemente da quanto duri la sosta è una follia.

    E siccome poi eravamo un po’ stanchini (cit. Forrest Gump) e innervositi, ci dirigiamo senza ulteriori soste alla metà di giornata, dove ceniamo divinamente (vedi tappa 3 bis) e ci concediamo una passeggiata nella città simbolo dei gitani, in cui si respira davvero un’atmosfera unica.

    Link per approfondire:

    Vercors

    https://www.france-voyage.com/francia-guida-turismo/parco-naturale-regionale-vercors-1517.htm

    Orange

    https://www.franciaturismo.net/provenza/vaucluse/orange

    Pont du Gard

    https://www.franciaturismo.net/occitania/pont-du-gard/

    Saintes-Maries-de-la-Mer

    https://www.franciaturismo.net/provenza/camargue/saintes-maries-de-la-mer/

  • Francia 2024 – 2 bis

    Francia 2024 – 2 bis

    Cena tipica alla Brasserie Georges: choucrute ma non solo

    https://www.brasseriegeorges.com/

  • Francia 2024 – 2

    Francia 2024 – 2

    Tappa 2: Annecy – Lyon km. 211

    Ha finalmente smesso di piovere: attendiamo che in prima mattinata il tempo si stabilizzi e quindi ci dirigiamo subito verso il centro della pittoresca cittadina per una passeggiata tra le viuzze ed i canali che le fanno meritare il titolo di “Venezia delle Alpi”.

    La domenica è anche giorno di mercato e quindi ci perdiamo nel variopinto dedalo di bancarelle multicolori: una vera festa per la vista, per l’olfatto ed il gusto.

    Si, perché i produttori che espongono hanno la prerogativa di preparare dei piccoli assaggi di formaggi e salumi a disposizione dei potenziali clienti: una vera delizia!

    Ripartiamo con calma e, dopo una breve deviazione per ammirare la Basilica della Visitazione, ci dirigiamo (evitando l’autostrada) attraversando la Savoia, verso la nostra destinazione di giornata.

    Abbiamo scelto un complesso residenziale sul Grand Large, un bacino artificiale di 160 ettari alle porte di Lione, dove ci rilassiamo con una passeggiata e un giretto in spa (no photo, sorry!)

    Ci rechiamo quindi in città per la cena (vedi tappa 2 bis) e per goderci le principali attrazioni al tramonto, prima tra tutte la Basilica di Fourvière.

    Torniamo quindi a dormire per prepararci all’impegnativa tappa di domani.

    Di seguito i link per chi volesse approfondire:

    Annecy

    https://www.franciaturismo.net/alvernia-rodano-alpi/annecy/

    Basilica della Visitazione Annecy

    https://www.turismo-annecy.com/cosa-fare-ad-annecy/cosa-visitare-ad-annecy/basilica-della-visitazione-di-annecy/

    Les Voiles du Grand Large

    https://www.meyzieu.fr/sortir/sport/le-grand-large

    Lyon

    https://www.franciaturismo.net/alvernia-rodano-alpi/lione/

    Basilica di Fourvière

    https://www.fourviere.org/fr/

  • Francia 2024 – 1 bis

    Per chi non è abituato a seguirci, una premessa: la tappa bis è imprescindibile.

    Spesso durante la giornata non si mangia o ci si accontenta di uno spuntino, ma la sera la ricerca di un ristorante – possibilmente tipico – è d’obbligo.

    Qualcuno mi dice che ci segue solo per quello…

    Stasera la pioggia circoscrive parecchio la nostra possibilità di scelta: ma proprio dietro l’albergo troviamo il campione mondiale di pizza 2021.

    E allora, contravvenendo alla regola del mangiare tipico:

    https://www.tripadvisor.it/Restaurant_Review-g207357-d25407179-Reviews-5_STELLE_D_ORO-Cran_Gevrier_Annecy_Haute_Savoie_Auvergne_Rhone_Alpes.html

  • Francia 2024 – 1

    Tappa 1: Como – Annecy 444 km

    Eccoci arrivati alla prima tappa del viaggio che ci vedrà percorrere un tragitto molto vario, che se vorrete potrete scoprire giorno per giorno seguendoci.

    Partiamo di buon’ora per la prima parte: le recenti piogge ci hanno obbligati a rivedere le intenzioni iniziali.

    Il Passo del Sempione è stato riaperto solo ieri sera ma in molti punti si passa ancora a senso unico alternato.

    Decidiamo quindi di raggiungere Iselle e poi caricare la moto sul treno, che con precisione svizzera parte alle 8.33 e in 20 minuti ci porta a Brig, in Vallese.

    Già alla stazione di partenza abbiamo le prime avvisaglie del maltempo che purtroppo ci perseguiterà per tutta la giornata.

    Abbiamo intenzione di visitare alcuni luoghi del lago Lemano, ed almeno nella prima parte il programma viene rispettato.

    Appena prima di Montreux troviamo l’imponente castello di Chillon https://www.myswitzerland.com/it-it/scoprire-la-svizzera/il-castello-di-chillon/, che decidiamo però di non visitare perché da ovest si vede chiaramente l’arrivo di un fronte di pioggia abbastanza intenso.

    Facciamo appena in tempo a visitare i vigneti di Lavaux, 800 ettari di terrazzamenti patrimonio dell’umanità UNESCO che li rendono anche la più ampia zona vitivinicola della Svizzera.

    https://www.myswitzerland.com/it-it/destinazioni/lavaux-vigneti-terrazzati/

    La prima pioggia (con sembianze di diluvio) ci coglie alle porte di Losanna e ci impedisce la visita della città.

    Riusciamo solo a scattare una fugace fotografia alla cattedrale e, ripromettendoci di ritornare, decidiamo quindi di bypassare tutte le tappe originali imboccando l’autostrada.

    Una finestra di bel tempo ci ingolosisce e quindi – giusto in tempo per sfruttarla appieno – deviamo verso Ginevra dove riusciamo a visitare il centro storico e il lungolago con la sua caratteristica fontana.

    https://www.myswitzerland.com/it-it/destinazioni/ginevra/

    Appena varcato il confine francese, ci coglie il secondo diluvio (se possibile peggio del primo) che ci costringe in albergo, rimandando a domani – con previsioni meteo migliori – la visita di Annecy

    Partenza!

    Che sonno! 6.45

    Moto sul treno, si viaggia asciutti
    Non è bellissima?
    Castello di Chillon
    Castello di Chillon
    Vigneti di Lavaux
    Vigneti di Lavaux
  • I Fiori del Male – Charles Baudelaire

    I Fiori del Male – Charles Baudelaire

    Il viaggio

    I

    Per il ragazzo, amante delle mappe e delle stampe,
    l’universo è pari al suo smisurato appetito.
    Com’è grande il mondo al lume delle lampade!
    Com’è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!

    Un mattino partiamo, il cervello in fiamme,
    il cuore gonfio di rancori e desideri amari,
    e andiamo, al ritmo delle onde, cullando
    il nostro infinito sull’infinito dei mari:

    c’è chi è lieto di fuggire una patria infame;
    altri, l’orrore dei propri natali, e alcuni,
    astrologhi annegati negli occhi d’una donna,
    la Circe tirannica dai subdoli profumi.

    Per non esser mutati in bestie, s’inebriano
    di spazio e luce e di cieli ardenti come braci;
    il gelo che li morde, i soli che li abbronzano,
    cancellano lentamente la traccia dei baci.

    Ma i veri viaggiatori partono per partire;
    cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
    al loro destino mai cercano di sfuggire,
    e, senza sapere perché, sempre dicono: Andiamo!

    I loro desideri hanno la forma delle nuvole,
    e, come un coscritto sogna il cannone,
    sognano voluttà vaste, ignote, mutevoli
    di cui lo spirito umano non conosce il nome!

    II

    Imitiamo, orrore! nei salti e nella danza
    la palla e la trottola; la Curiosità, Angelo
    crudele che fa ruotare gli astri con la sferza,
    anche nel sonno ci ossessiona e ci voltola.

    Destino singolare in cui la meta si sposta;
    se non è in alcun luogo, può essere dappertutto;
    l’Uomo, la cui speranza non è mai esausta,
    per potersi riposare corre come un matto!

    L’anima è un veliero che cerca la sua Icaria;
    una voce sul ponte: «Occhio! Fa’ attenzione!»
    Dalla coffa un’altra voce, ardente e visionaria:
    «Amore… gioia… gloria!» É uno scoglio, maledizione!

    Ogni isolotto avvistato dall’uomo di vedetta
    è un Eldorado promesso dal Destino;
    ma la Fantasia, che un’orgia subito s’aspetta,
    non trova che un frangente alla luce del mattino.

    Povero innamorato di terre chimeriche!
    Bisognerà incatenarti e buttarti a mare,
    marinaio ubriaco, scopritore d’Americhe
    il cui miraggio fa l’abisso più amaro?

    Così il vecchio vagabondo cammina nel fango
    sognando paradisi sfavillanti col naso in aria;
    il suo sguardo stregato scopre una Capua
    ovunque una candela illumini una topaia.

    III

    Strabilianti viaggiatori! Quali nobili storie
    leggiamo nei vostri occhi profondi come il mare!
    Mostrateci gli scrigni delle vostre ricche memorie,
    quei magnifici gioielli fatti di stelle e di etere.

    Vogliamo navigare senza vapore e senza vele!
    Per distrarci dal tedio delle nostre prigioni,
    fate scorrere sui nostri spiriti, tesi come tele,
    i vostri ricordi incorniciati d’orizzonti.

    Diteci, che avete visto?

    IV

    «Abbiamo visto astri
    e flutti; abbiamo visto anche distese di sabbia;
    e malgrado sorprese e improvvisi disastri,
    molte volte ci siamo annoiati, come qui.

    La gloria del sole sopra il violaceo mare,
    la gloria delle città nel sole morente,
    accendevano nei nostri cuori un inquieto ardore
    di tuffarci in un cielo dal riflesso seducente.

    Le più ricche città, i più vasti paesaggi,
    non possedevano mai gl’incanti misteriosi
    di quelli che il caso creava con le nuvole.
    E sempre il desiderio ci rendeva pensosi!

    – Il godimento dà al desiderio più forza.
    Desiderio, vecchio albero che il piacere concima,
    mentre s’ingrossa e s’indurisce la tua scorza,
    verso il sole si tendono i rami della tua cima!

    Crescerai sempre, grande albero più vivace
    del cipresso? – Eppure con scrupolo abbiamo
    raccolto qualche schizzo per l’album vorace
    di chi adora tutto ciò che vien da lontano!

    Abbiamo salutato idoli dal volto proboscidato;
    troni tempestati di gemme luminose;
    palazzi cesellati il cui splendore fatato
    sarebbe per i vostri cresi un sogno rovinoso;

    costumi che per gli occhi son un’ebbrezza;
    donne che hanno dipinte le unghie e i denti,
    e giocolieri esperti che il serpente accarezza.»

    V

    E poi, e poi ancora?

    VI

    «O infantili menti!

    Per non dimenticare la cosa principale,
    abbiam visto ovunque, senza averlo cercato,
    dall’alto fino al basso della scala fatale,
    il noioso spettacolo dell’eterno peccato;

    la donna, schiava vile, superba e stupida,
    s’ama senza disgusto e s’adora senza vergogna;
    l’uomo, tiranno ingordo, duro, lascivo e cupido,
    si fa schiavo della schiava, rigagnolo di fogna;

    il martire che geme, il carnefice contento;
    il popolo innamorato della brutale frusta;
    il sangue che dà alla festa aroma e condimento,
    il veleno del potere che snerva il despota;

    tante religioni che alla nostra somigliano,
    tutte che scalano il Cielo; la Santità,
    come un uomo fine su un letto di piume,
    fra i chiodi e il crine cerca la voluttà;

    l’Umanità ciarlona, ebbra del suo genio,
    e delirante, adesso come in passato,
    nella sua furibonda agonia urla a Dio:
    «Mio simile, mio padrone, io ti maledico!»

    E i meno stolti, della Demenza arditi accoliti,
    in fuga dal grande gregge recinto dal Destino,
    per trovare rifugio nell’oppio senza limiti!
    – Questo del globo intero l’eterno bollettino.»

    VII

    Dai viaggi che amara conoscenza si ricava!
    Il mondo monotono e meschino ci mostra,
    ieri e oggi, domani e sempre, l’immagine nostra:
    un’oasi d’orrore in un deserto di noia!

    Partire? restare? Se puoi restare, resta;
    parti, se devi. C’è chi corre, e chi si rintana
    per ingannare quel nemico che vigila funesto,
    il Tempo! Qualcuno, ahimè! corre senza sosta,

    come l’Ebreo errante e come l’apostolo,
    al quale non basta treno o naviglio,
    per fuggire l’infame reziario; e chi invece
    sa ucciderlo senza uscire dal nascondiglio.

    Infine quando ci metterà il piede sulla schiena,
    potremo sperare e urlare: Avanti!
    E come quando partivamo per la Cina,
    gli occhi fissi al largo e i capelli al vento,

    così c’imbarcheremo sul mare delle Tenebre
    col cuore del giovane che è felice di viaggiare.
    Di quelle voci ascoltate il canto funebre
    e seducente: «Di qui! Voi che volete assaporare

    il Loto profumato! è qui che si vendemmiano
    i frutti prodigiosi che il vostro cuore brama;
    venite a inebriarvi della dolcezza strana
    di questo pomeriggio che non avrà mai fine!»

    Dal tono familiare riconosciamo lo spettro;
    laggiù i nostri Piladi ci tendon le braccia.
    «Per rinfrescarti il cuore naviga verso la tua Elettra!»
    dice quella cui un tempo baciavamo le ginocchia.

    VIII

    “O Morte, vecchio capitano, è tempo! Su l’ancora!
    Ci tedia questa terra, o Morte! Verso l’alto, a piene vele!
    Se nero come inchiostro è il mare e il cielo
    sono colmi di raggi i nostri cuori, e tu lo sai!

    Su, versaci il veleno perché ci riconforti!
    E tanto brucia nel cervello il suo fuoco,
    che vogliamo tuffarci nell’abisso, Inferno o Cielo, cosa importa?
    discendere l’Ignoto nel trovarvi nel fondo, infine, il nuovo.

  • Elogio dell’Elicriso – il mistero della pianta immortale

    Elogio dell’Elicriso – il mistero della pianta immortale

    L’Elicriso è spesso chiamato “immortale” (i francesi lo chiamano immortelle) a causa delle caratteristiche uniche delle sue infiorescenze. Questi fiori hanno la particolarità di conservare la loro forma e il loro colore anche dopo essere stati essiccati. In altre parole, sembrano “immortali” perché mantengono la loro bellezza anche quando essiccati, a differenza di molti altri fiori che appassiscono e perdono il loro aspetto originale.

    Questa caratteristica ha reso l’Elicriso un simbolo di longevità e immortalità in molte culture. È spesso utilizzato in composizioni floreali secche e ghirlande commemorative per rappresentare la persistenza della bellezza e dei ricordi nel corso del tempo. Quindi, il termine “immortale” è associato all’Elicriso per la sua capacità di conservare la sua forma e il suo colore anche dopo essere stato raccolto e seccato.

    Per esperienza, anche dopo anni – se conservato secco in un luogo senza umidità – nel periodo della fioritura intensifica il suo profumo.

  • Tappa 10: Genova – Como km 242

    Tappa 10: Genova – Como km 242

    Totale km percorsi: 2332 (così ho fatto anche il palindromo)

    Quella che potrebbe essere un’insulsa tappa autostradale di mesto ritorno a casa, si è trasformata cammin facendo in qualcosa di veramente appagante.

    Scesi dalla nave, ci siamo diretti alla frescura di quota 800 metri del Santuario di Nostra Signora della Guardia dove abbiamo visitato la Chiesa e i dintorni e ci siamo concessi anche un pranzo a base di gnocchi al pesto fatti in casa e di ravioli “au tuccu”.

    A tale proposito, per la gioia di qualcuno e il disappunto di altri non ci sarà la tappa 10 bis… il pranzo non vale come tappa bis e pertanto non è stato documentato 😉.

    Poi ci siamo chiesti: <<ma perché annoiarci in autostrada? Oggi è ancora vacanza!>

    E allora, nell’ordine:
    Appennino (Passo della Bocchetta), Gavi, Serravalle Scrivia, Tortona, Lomellina, Vigevano, Magenta, Malpensa.

    Poi Pedemontana e arrivo a casa (purtroppo)

    Anche quest’anno siete stati in tanti a seguirci: spero – con la mia penna e le nostre immagini – di essere riuscito a darvi un’idea di quanto valga la pena viaggiare.

    Prendo a prestito una definizione trovata in rete: “il viaggiatore per definizione viaggia; il turista lo imita, viene spedito e trasportato insieme ai suoi bagagli, coi quali spesso si confonde”.

    Siate viaggiatori. Anche con la fantasia.

    E se ho potuto aiutarvi, è la mia soddisfazione più grande.

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  • Tappa 9: Costa Paradiso – Costa Smeralda – Olbia km 151

    Tappa 9: Costa Paradiso – Costa Smeralda – Olbia km 151

    L’ultima giornata è passata girovagando con calma per tutta la Costa Smeralda: Baia Sardinia, Porto Cervo, Pevero, Capriccioli, Cala di Volpe, Porto Rotondo, Golfo Aranci, Olbia.

    Tanti luoghi molto diversi tra loro, accomunati dalla bellezza del mare e dal profumo dell’elicriso, che per me è irrinunciabile: ho bisogno di sentirlo per essere sicuro di essere veramente al mare.

    Se lo avete provato sapete di cosa parlo

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