Una giornata davvero particolare (spoiler: il post trasuda romanticismo).
Per quasi 57 anni Luras è stato per me un punto sulla carta geografica. Il paese di origine di mio nonno, raccontato da mio padre e corredato da vecchie fotografie sbiadite, spesso in bianco e nero.
Quel paese tanto idealizzato, che per svariati motivi non ero mai riuscito a concretizzare.
Quello dove tutti ti salutano in giro per le strade: non so se perché sei forestiero, o forse perché hai una fisionomia familiare o pensi di averla.
Dove scopri che l’impiegata dell’ufficio del turismo è una tua lontanissima parente.
Oggi è stato quel giorno. Quello dello scoprire quanta storia millenaria possono raccontare questo paese e i suoi dintorni.
Dovete sapere che a Luras si trovano degli olivastri selvatici millenari: uno di questi, chiamato Il Patriarca di Santu Baltolu o familiarmente S’Ozzastru, ha più di 4000 anni (maggiori dettagli in una foto) e un paio di suoi vicini ne vantano oltre 2500; è considerato uno dei più vecchi alberi di tutta Europa.
La meraviglia non finisce qui: a poca distanza dal centro del paese si trovano quattro dolmen (monumenti sepolcrali del Neolitico) che anch’essi datano oltre 5000 anni.
A fare da cornice a tutto, il lago Liscia con le sue sponde frastagliate e le sue quiete acque.
In ogni caso, riparto fiero di questo paese, delle sue bellezze e della sua gente.
Poco distante visitiamo Nuchis con le sue case di granito e il santuario dei Santi Cosma e Damiano con le sue pregevoli costruzioni in granito che datano il XVI secolo. Nel tragitto ci imbattiamo anche in un immenso deposito di sughero grezzo, che ci ricorda una delle vocazioni produttive della zona.
Da ultimo ci concediamo una breve visita a Aggius che si definisce “borgo autentico d’Italia” e poi attraversiamo la Valle della Luna (selvaggia e rocciosa) per tornare a casa e terminare la giornata con un rigenerante bagno alla Spiaggia di Li Cossi